CRITICA

L'ARTE DI TONY PRIOLO TRA IMPEGNO POLITICO E LIRICA VEGGENZA IN UN COERENTE E TENACE APOSTOLATO DELL'ARTE di Sandra Giannattasio. Artista innanzitutto per la sua sensibilita' intensamente condotta attento a non spegnere l'energia del contatto con la natura Priolo considera se stesso parte integrante dell'universo di cui ha rispetto e per cui prova amore. Tony Priolo,calabrese di nascita,porta nelle vene sangue greco. E insieme alla sua sottile sensibilita' grave, continua un patrimonio di arcaici retaggi,di immaginazioni feconde,di volonta' tenaci e di intenzioni esplorative,di passioni perpetrate. Questa e' la sua volonta' durissima di fare arte. Questo e' il suo difficile e impervio tirocinio. Questa e' la sua ansiosa, drammatizzata impervia ricerca.Lo stesso volto di Tony Priolo ,prima ancora che la sua arte esprime una caratterialita' forte,un segno profondo dell'essere nel taglio netto dei lineamenti,che nella dimensione del profilo riportano ad una immagine molto classica,quella incisa su un vaso dorico o su una stele arcaica. Ma la voluntas e l'impegno di Priolo, coltivate nell'intelligenza non mancano di arricchirsi della necessaria dose di ironia che ne ampia lo sguardo e quindi l'operato artistico e le finalita' artistiche, nella direzione di un'ironia o metapoietica del gesto e dell'immagine. "Contenuto" quest'ultimo,che a Tony Priolo probabilmente deriva o e' stato incentivato dalla sua ammirazione e dall'amicizia corrisposta di Corrado Cagli, raffinato artefice di un metalinguaggio comparso nella storia dell'arte contemporanea,antelitteram. Talune prove di Priolo, in questo senso,ci riportano con freschezza di interpretazione, agli exploits grafici dell'opera di Cagli e ne accentuano il dinamismo metafisico, singolare coniugazione di due momenti alternativi della speculazione artistica. Si direbbe anzi,che per una sorta di processo di trepida umanizzazione, l'immagine cagliana in Priolo attenui il rigore simbolico e la tragica enigmaticita' della sua ideale matrice per distendersi in un piu' largo processo di comunicazione denso di referenti umani e di corresponsioni emotive. Il mito,come l'originario muzos greco,che e' parola, narrazione e quindi anche comunicazione,ma emblematica ed esaustiva e' una delle componenti fondamentali,se non la dominante dell'arte di Priolo. Anche quando l'irruzione dinamica guida il punto di fuga verso un orizzonte aperto e infinito, l'immagine si condensa e coagula in una sorta di esemplare coreografia del segno che diventa simbolo ed emblema di un concetto o piu' semplicemente di un pensiero e di un ricordo del tema. La seconda componente dell'arte di Priolo,che nei vari periodi che la articolano, dal suo "espressionismo globale" o diremmo noi "action painting" al monumentalismo postinformale del "Guerriero in Piazza S.Pietro" si estende in una gamma complessa di tensioni esplorative e' una assetata volonta' di corresponsione e di rapporto con la realta' storica contemporanea e dei nosttri giorni. La storia e' vista da Priolo nel suo carico di dissennatezze e di perfide follie, nella pena delle sue frustrazioni e nel masochismo della sua rinuncia. Ecco quindi Priolo testimoniare per primo della tragedia politica piu' scottante dei nostri tempi, la prigionia e l'assassinio di Aldo Moro,che hanno colpito in profon dita' e con un sentimento umano l'animo dell'artista. In una Mostra che si e' svolta opportunamente nel paese di Torrita Tiberina dove Moro e' sepolto, testimoni come Flaminio Piccoli e la figlia dello statista Maria Fida, hanno emotivamente registrato le immagini di Priolo. In queste l'empito drammatico e' con vigore accentuato nell'intrigo fitto di segni,che conducono ad un impossibile e drammatico labirinto mentale, una via senza uscita dell'immaginazione e della crudelta' di pochi,che hanno infierito nel pathos collettivo. Tony Priolo,che,in dipinti come "Natura morta in una stanza",e "Nativita'" ha dato maggior prova dele sue cospicue capacita' e che in opere come "La citta'","Apoteosi" o "Mito" ha dimostrato di possedere gli strumenti per una elevata qualita' espressiva,si e' gettato ancora nella mischia. Ha composto una serie di opere dedicate alla personalita' e all'impegno politico e morale dello statista Olof Palme, ritratto da Priolo quando l'illuminato governante era ancora in vita. Queste opere,che testimoniano dell'alta passione civile di Priolo e della fiducia che egli tributa al mezzo iconografico ,rivelano anche le qualita' plastiche di questo artista naturalizzato romano,che sa tradurre in un pastoso modellato il vigore del gesto che ferma il momento emotivo, il dolore e il sentimento di un ethos che circola nelle sue vene di candido e tenace apostolo dell'arte quale Priolo e' e merita di essere considerato. Sandra Giannattasio

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